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PREMIO MERINI, LA LETTERA DI UNA PARTECIPANTE
Carissimo editore Ursini, leggo su “Catanzaroinforma”, con rammarico, del suo appello affinché il premio Merini possa trovare un giusto riconoscimento presso altre realtà sociali al di fuori della Città di Catanzaro e ciò per la mancata rispondenza economica da parte di chi preposto.
La sua delusione si coglie distintamente e si ripercuote anche sul lettore che ne rimane coinvolto e toccato.
Però mi permetta di esternarle il mio punto di vista che, pur non contando nulla, può farla riflettere ancora un attimo.
Distogliere il Premio Merini o qualsiasi altra encomiabile iniziativa da Catanzaro, significa piegare l’intraprendenza di un lungimirante operatore culturale come lei alla logica del disfattismo che altri vorrebbero imporre e che farà scivolare ancor di più questa città (tra l’altro capoluogo di Regione almeno sulla carta) nell’oblio e nella desolazione, come già si sta avviando sotto tutti gli aspetti; quando poi, la desolazione è di natura culturale, allora significa condannare ad una morte morale certa le stesse potenzialità di un aggregato sociale quale è una comunità civica.
Mi rendo conto che è basilare, sotto tutti gli aspetti, l’intervento delle Istituzioni, ma, vuoi il loro fisiologico disinteresse, vuoi la innegabile situazione contingente cui essi potrebbero opporre, questo non significa che debba essere ostativo nel rincorrere ed attuare un nobile ideale soprattutto se di natura culturale.
Allora si potrebbe ricorrere, magari in attesa di tempi migliori, ad un piccolo individuale intervento e mi riferisco, in particolare, a degli sponsor commerciali o agli stessi partecipanti, affinché con un loro fattivo e contenuto contributo si possa far fronte agli indubbi impegnativi meccanismi organizzativi.
Per quanto riguarda la location ove celebrare il premio è giusto che essa rimanga nella nostra città, sia per continuare a valorizzarla sul piano mediatico e sia perché in altri comuni, magari piccoli, sarebbe bene che si coltivino manifestazioni che più evidenziano il carattere locale e la loro precipua identità, senza far torto tra loro ed inoltre si andrebbe ad incidere sul piano delle loro già striminzite economie senza che, in mancanza di strutture d’accoglienza, vi sia un ritorno economico.
Dunque, penso che sarebbe opportuno allontanare l’idea di voler migrare il premio Merini o altre manifestazioni similari in sedi diverse che non sia Catanzaro. Proviamo, invece, assieme a trovare una soluzione idonea.
Di certo ella avrà pensato sedi come il Circolo Unione, oppure qualche scuola della città, o locali istituzionali (Provincia, Prefettura, Palazzo di Giustizia, Camera di Commercio, ecc.) che non antepongano oneri.
Se potrà esserle utile la prego di disporre; cercherò come posso di collaborare con lei affinché le radici della cultura non vengano estirpate da Catanzaro.

Cordialità.

Catanzaro, 20 febbraio 2013
Ida Annamaria Rotella